LORENZO VITALI THEY’ve GONE | Sono andati via

THEY’ve GONE | Sono andati via - fotografie di Lorenzo Vitali

Sono le cosiddette case coloniche, lasciate, abbandonate, solitarie del basso Piave i luoghi da cui sono partito. Architetture rurali che ne costituiscono parte fondamentale ed integrante. Questo lavoro nasce dal personale desiderio di approfondire il rapporto emotivo-affettivo che mi lega da tempo al paesaggio del Veneto Orientale.

Il progetto
Lo sguardo di un viaggiatore, che volesse calarsi nella suggestiva atmosfera del basso Piave, verrebbe dopo non molti chilometri catturato dalla presenza discreta, nel paesaggio, di insoliti imponenti edifici integrati con inattesa materica naturalezza nelle campagne. Si tratta delle cosiddette case coloniche. Ciò finisce per creare nella sua mente, via via che in questi luoghi va inoltrandosi, giorno dopo giorno, una sorta di sensazione di appuntamento atteso. Ho vissuto questa esperienza in modo emotivamente intenso, che esulava da intenti documentali.
Quel che ho cercato di raccontare, “illustrando” ed inserendo quindi una forte componente interpretativa, è una storia, una delle tante storie nascoste in queste zone di confine fra terra e acqua. Da osservatore stupito e curioso, quale io mi sono sentito in tutto questo lento percorso di scoperta, ho tentato di restituire nuova vita a questo paesaggio apparentemente “dimenticato”, utilizzando a volte anche la mia immaginazione, ma provando più spesso a coglierne la ritrosa poeticità, che ho voluto tentare di far emergere. Vite passate s’intuiscono all’interno ed intorno a questi monumenti di una realtà contadina, ormai estinta. Dinosauri di pietra marcano il territorio, quasi un monito a non scordare chi qui ha gioito, sofferto e lavorato duramente e operosamente. Ho realizzato quindi immagini che si potrebbero definire vivaci, in cui tuttavia la patina del tempo mantiene una sua discreta inconfondibile presenza.
Il contesto storico-geografico
Le progressive bonifiche di questi territori veneti, attuate via via con maggiore intensità ed efficacia nell’ultimo ventennio del XIX secolo e poi nella prima metà del XX secolo, crearono la possibilità di ampliare notevolmente le aree destinate all’agricoltura. I Consorzi di Bonifica qui sorti. La casa colonica, che si diffuse come modello costruttivo in queste zone prevalentemente fra il 1880 e il 1935, aveva la funzione di fornire un’abitazione adiacente al posto di lavoro ai braccianti che lavoravano la terra con i contratti di mezzadria. Queste strutture sorgevano generalmente abbastanza isolate in ciascuna delle numerose proprietà terriere. Tuttavia già verso la fine degli anni ’50 del ‘900 il processo di industrializzazione, lo sviluppo turistico verso il mare e la meccanizzazione delle lavorazioni agricole ridussero progressivamente il numero di braccianti necessari alle attività agricole. Nel 1964 venne definitivamente abolita in Italia la mezzadria. L’alluvione del 1966 inoltre dimostrò che il fiume non era ancora del tutto sotto controllo. Tutto ciò determinò, in tempi piuttosto rapidi, cambiamenti profondi a livello sociale e lavorativo con forte spinta all’inurbamento di una quota importante della popolazione. Pertanto Queste grandi strutture abitative vennero sempre più abbandonate ed rimangono ora solo come testimonianze importanti di una precisa fase storica: la loro demolizione avrebbe un costo elevato e purtroppo, quindi, il loro destino, in assenza di, al momento non previsti interventi conservativi, sembra essere il lento degrado.
Il Dott. Piergiorgio Rossetto, profondo conoscitore di questi territori e delle loro caratteristiche antropologiche, ha generosamente fornito la propria preziosa consulenza per la strutturazione del progetto, curato nella sua finalizzazione ultima da Paola Riccardi.