ELIO LUXARDO - LA RICERCA DELLA BELLEZZA a cura di Roberto Mutti

Elio Luxardo nasce da genitori di origini italiane in Brasile, dove si afferma dapprima come atleta, poi come autore di documentari. Dal padre, fotografo di professione, impara molto lavorando, con i fratelli, nello studio di famiglia ma quando, nel 1932, si trasferisce a Roma, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia col sogno di diventare regista. Bello, disinvolto ma soprattutto insofferente alla disciplina, abbandona la scuola ed entra nello studio del fotografo Sem Bosch e ne rileva quasi subito l’attività affermandosi rapidamente come ottimo ritrattista. Nel suo studio di via del Tritone 197 sperimenta soprattutto quel particolare uso delle luci che aveva imparato sui set e che ritrovava, da grande e competente appassionato del cinema, soprattutto nei film americani.
Inevitabile che fossero proprio i divi di Cinecittà e gli attori di teatro ad amare i suoi ritratti che avevano il pregio di non essere mai ripetitivi perché scaturivano da intuizioni estrose più che da un progetto estetico predefinito. Davanti al suo obiettivo non passavano soltanto personaggi affermati – politici, nobili, scrittori, oltre ad attori ed attrici – ma anche comuni uomini e donne che il fotografo metteva in posa per esaltare uno sguardo, un’espressione, una postura così attentamente studiata da farli sembrare tutti protagonisti di qualche film noir, drammatico o passionale. Come ogni bravo professionista, tuttavia, Elio Luxardo sapeva esprimersi anche in altri campi firmando servizi di moda piuttosto innovativi, e importanti campagne pubblicitarie. Sono le sue ricerche personali a colpire per la loro bellezza asciutta e suggestiva. I nudi femminili e quelli maschili sono il frutto dei giovanili esordi come scultore ma soprattutto provengono dalla sua capacità di considerare il corpo in una plasticità lontana dalla morbosità e dalla retorica. Quello femminile è di una bellezza eterea che sembra plasmata dalla luce e disegnata da una grazia leggera, mentre il corpo maschile è scattante, elastico, capace di evocare una classicità antica ma anche di anticipare quella forza prorompente e sfrontata poi cara a Robert Mapplethorpe.