Home
(current)
Photo Life
Chi siamo
Dove siamo
Storia
Colorno
Presentazioni editoriali
Attività
Mostre
Conferenze / Proiezioni
Letture Portfolio
Letture Fanzine
Workshop
Color's Light
Attività
Galleria soci
Archivio
Mostre
Conferenze / Proiezioni
Letture Portfolio
Letture Fanzine
Workshop
Link
Sponsor
ESPOSITORI
ARANCIAIA
Carlo Massarini
Archivio 3M Collettiva
Comello, Simonazzi, Collettiva
Antonio Mascolo
Alessandro Minardi
MUPAC
Andrea Bettancini
Fabio Domenicali
Elisa Mariotti
Simone Tramonte
LUIGI GHIRRI
- ULTIMA BELLEZZA a cura di Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta
Ultima bellezza
a cura di Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta
Dal 18 al 20 ottobre 2019 si terrà la decima edizione di ColornoPhotoLife, festival fotografico alla Reggia di Colorno (Parma), con mostre aperte fino al 3 novembre. A partire dal tema scelto, L’effimero e L’eterno, lo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma ha scelto di collaborare anche quest’anno alla manifestazione, con la mostra Ultima bellezza, a cura di Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta, una selezione di fotografie di Luigi Ghirri e Giovanni Chiaramonte conservate presso i propri archivi.
Ultima bellezza, che sarà allestita negli spazi del piano nobile della reggia, vuole mettere in luce un aspetto specifico di un importante capitolo della nostra fotografia di paesaggio, che tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo secolo ha ravvivato la percezione dei beni culturali, introducendo uno sguardo contemporaneo sui monumenti, sull'arte, sul naturale. Una nuova concezione di cultura e ambiente, tendenti all'eterno anche nella dimensione dell'incontro, nell'istante della fotografia, nella rivelazione dell'oggi.
Di Luigi Ghirri per la prima volta sarà esposta in mostra una significativa selezione delle stampe selezionate nel 1991 per Viaggio dentro un antico labirinto, quella che purtroppo sarà una delle ultime pubblicazioni da lui seguite personalmente, mostrando l’estremo stato della ricerca del grande autore. Il volume era stato curato da Arturo Carlo Quintavalle, con cui il fotografo aveva un rapporto di collaborazione e stima che durava quasi vent’anni, e per il progetto di impaginazione Ghirri aveva fatto realizzare stampe delle esatte dimensioni di quelle da pubblicare: il menabò è costituito quindi da una sequenza di 150 immagini perfettamente eseguite, che Ghirri donò allo CSAC.
A queste, in occasione di questa mostra, sono affiancate alcune stampe degli anni Settanta, quelle esposte nella prima grande antologica Vera fotografia organizzata con lo CSAC nel 1979, tratte dal fondo di stampe conservato presso il centro, di fatto la più ampia raccolta di vintage prints del grande fotografo. Questo per evidenziare l’estrema coerenza di una ricerca che cambiò il volto della fotografia contemporanea, dalla prossimità agli artisti concettuali alla nuova fotografia del paesaggio.
La mostra si conclude con alcune delle fotografie che Giovanni Chiaramonte ha scattato all’indomani del sisma che sconvolse la bassa modenese nel 2012. L’urgenza di ritrovare un rapporto tra gli abitanti e un ambiente improvvisamente divenuto ostile e catastrofico spinge il fotografo nei territori della rivelazione, della speranza in una rinascita già tra i frammenti delle rovine. Un occasione per riflettere sul nostro paesaggio, sulla bellezza e il sublime e, allo stesso tempo, per tornare sui passi che Chiaramonte, altro grande attore di quella stagione, aveva percorso con l’amico Luigi Ghirri, scomparso vent’anni prima. Due episodi lontani qualche decennio quindi, ma su un percorso unitario.
Completeranno la mostra due incontri: Giovanni Chiaramonte terrà una conferenza sulla fotografia di paesaggio domenica 3 novembre alle ore 17, presso la Sala Polivalente dell’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC. Franco Guerzoni e Paolo Barbaro saranno invece di scena a Colorno, presso l'Aranciaia, sabato 19 ottobre alle 18.45, per parlare dei viaggi con Luigi Ghirri.
Biografia:
1943-1992, Reggio Emilia Alla fine anni degli anni Cinquanta si trasferisce a Modena dove consegue il diploma di geometra nel 1962. Sono degli inizi anni settanta le prime serie di lavori, tra cui Kodachrome, Colazione sull’erba e Atlante. Nel 1979 partecipa alla Biennale di Venezia e contribuisce con le sue sperimentazioni al rinnovamento del linguaggio fotografico. Nel corso degli anni Ottanta, Ghirri approfondisce la propria ricerca attraverso l’opera di Walker Evans e in generale della fotografia americana.
Sulla base di committenze pubbliche e private, reinterpreta l’architettura e il paesaggio italiano e si fa promotore di numerose iniziative e mostre collettive che indagano le trasformazioni dell’ambiente contemporaneo e che rappresentano importanti punti di svolta nella fotografia italiana del periodo: “Iconicittà” a Ferrara nel 1980, “Viaggio in Italia”, organizzata a Bari nel 1984 insieme a Gianni Leone ed Enzo Velati, ed “Esplorazioni sulla via Emilia. Vedute nel paesaggio”, realizzata a Bologna nel 1986 e allestita in numerose altre sedi italiane e straniere.
Nel 1985 il Ministero della Cultura francese lo incarica di fotografare la Reggia di Versailles e Aldo Rossi lo invita a lavorare per la sezione di architettura della Biennale di Venezia.
Tra i suoi ultimi più importanti lavori vi sono le indagini dedicate agli studi d’artista di Aldo Rossi (1989-1990) e Giorgio Morandi (1990).
Muore improvvisamente nel 1992. Numerosi i volumi postumi che raccolgono i suoi scritti e le sue immagini fra cui “Niente di antico sotto il sole” del 1997, “Lezioni di fotografia” del 2010,
Nel 2013 la grande antologica “Luigi Ghirri. Pensare per immagini” viene allestita a Roma, MAXXI, a San Paolo (Brasile) e nel 2014 a Reggio Emilia.