STEFANO ANZOLA - GIOCHIAMO

Stefano Anzola da anni si dedica alle fotografie di viaggio, non come semplice turista, ma con l'intento di documentare e comunicare agli altri ciò che vede. Le sue foto offrono, oltre alla bellezza delle immagini, un'opportunità di riflessione che, inevitabilmente, ci porta a mettere a confronto la nostra realtà con quella di paesi lontani. Durante un viaggio in Asia nel 1991, vedendo i bambini giocare, Stefano Anzola, ha iniziato a catturare attraverso la fotografia le diverse modalità e tipologie di gioco usate dai bambini nel mondo. E così, viaggio dopo viaggio, foto dopo foto, è nata l’idea di mostrare, attraverso questa raccolta di immagini, dei giochi forse poveri e semplici ma ricchi di fantasia e creatività. Un mondo lontano, ma forse più vicino di quanto possa sembrare, una realtà che spesso non è molto diversa da quella che esisteva fino a qualche anno fa nella nostra società. Certo a qualcuno di noi verrà un po’ di nostalgia guardando le immagini e ripensando alla propria infanzia… Nel vedere bambini che giocano con mezzi molto semplici, creati con il poco a disposizione, ma non per questo meno divertenti, comprendiamo che il gioco è un valore universale che non conosce confini geografici e non si arresta di fronte a situazioni difficili o di grande precarietà. Non è facile costruire giocattoli o inventare giochi con pochi mezzi, ma una macchinina è pur sempre una macchinina e un pallone fatto di stracci rotolerà lontano come quello di cuoio. E forse l’impegno per inventarli e costruirli li rende un po’ magici e speciali… In ogni parte del mondo giocare significa prima di tutto divertirsi ma anche conoscere la realtà, sviluppare la fantasia e la creatività, socializzare con i compagni, imparare a rispettare le regole, in poche parole crescere e diventare adulti. Esistono ancora molti luoghi nel mondo in cui i diritti del bambino sono dimenticati e anche quello al gioco è un diritto garantito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia: "Gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età...". Ma in fondo, come le foto di Anzola testimoniano, anche nelle situazioni di maggior precarietà il gioco sopravvive, perché è insito nella natura dei cuccioli dell’uomo (come anche in quella degli animali) e anche perché proprio dove la vita è più difficile, il gioco diventa un elemento di sopravvivenza, una via di fuga dai problemi quotidiani e un modo per ricordare ai grandi che i bambini sono bambini. Le 80 fotografie esposte sono tutte scattate in paesi in via di sviluppo, sono immagini di giochi di creatività e di fantasia lontani dalla freddezza della tecnologia che accomuna quelli che regaliamo ai nostri bambini che dispongono dei giocattoli più nuovi e sofisticati, ma non sanno più apprezzare la semplicità e la gioia di costruirli con le proprie mani. E’ una mostra fotografica di grande impatto e suggestione che vuole essere un’opportunità di riflessione per adulti e bambini e uno strumento per raccogliere fondi per diverse associazioni che operano a favore dei bambini.

Stefano Anzola: classe 1958, vive a Colorno (Pr) dove, accanto alla propria attività artigianale, ha sviluppato negli anni la sua passione fotografica dedicandosi a servizi fotografici su attività sportive, ambienti e personaggi. Da anni ha indirizzato il suo tempo libero a viaggi che lo hanno portato in molti Paesi del mondo dove ne ha documentato con rara sensibilità i vari aspetti ambientali, etnici e culturali. Le sue immagini sanno raccontare la vita che scorre altrove cogliendone i particolari salienti, scatti che “svelano” le altre società nelle loro abitudini, riti e sfera sociale con il rispetto dovuto anche, e soprattutto, ai più semplici. Assistere ad una proiezione o vedere una mostra di Stefano, significa partire in viaggio con lui in classe privilegiata poiché il suo taglio fotografico ed i soggetti scelti sono la migliore delle guide.