Antonio Mascolo "Alla ricerca dell’anima di Oltre torrente Parma" a cura di Silvano Bicocchi

Note dell’autore, Antonio Mascolo.

Le foto ci guardano, parlano. Le foto si nascondono, mutano, non mostrano tutto fino in fondo, nemmeno se le osservi mille volte. E’ un cambio-scambio di sguardi. Le foto hanno dentro stupore, rivolta, profondità, intreccio di storie.
Ho girato, a piedi, tutti i giorni per due anni in quel km quadro che si chiama Oltretorrente, l’anima di Parma. Ho portato a casa quasi 5mila scatti, alcuni confluiti poi nello splendido volume “Oltre il torrente Parma” della Nuova Editrice Berti guidata da Cecilia Mutti.
Ora quel viaggio, quel reportage, quella testimonianza unica, ha una nuova vita, con un filo, una visione che nemmeno io che ho scattato quelle immagini, avevo visto, vedevo.
Grazie allo straordinario lavoro da certosini delle immagini, dei file, portato a termine da Silvano Bicocchi e Gigi Montali c’è una nuova luce, un nuovo guardare, un nuovo percorso. Hanno svelato, i due, una dimensione metafisica del quartiere, di quel mondo. Un rimbalzo inedito, una nuova vita, un nuovo futuro per quel “passato”.
Già, non c’è nulla di più ricco e complesso della …semplicità degli scatti.


Note del curatore, Silvano Bicocchi

Mi sono immerso con curiosità nella lettura delle migliaia di scatti che Antonio Mascolo ha realizzato in “… una felice ossessione…” tra il 2017 e 2018 in Oltretorrente, il quartiere di Parma in cui è nato e sempre vissuto.
Immagino che il suo sguardo fotografico di giornalista che ha viaggiato in molte parti del mondo, gli sia stato di grande utilità in un’operazione molto difficile: innovare la propria curiosità percettiva verso il quotidiano, per riuscire a scoprire quello che c’è sotto la superficie dei propri stereotipi, formati nella routine quotidiana lunga una vita.
La fotografia, essendo connaturale allo sguardo umano, produce immagini che sono segno del mondo interiore del fotografo.
Se nel constatare che la gran parte dei suoi soggetti sono state le persone, colte con lo sguardo in macchina nel loro contesto esistenziale, sono rimasto altresì colpito dall’Aura metafisica che le sue immagini attribuiscono ai monumenti storici e agli antichi borghi popolari. Un’Aura che può vedere solo chi è vissuto lungamente in questo quartiere e sa riconoscere i momenti e i punti di ripresa capaci di svelare l’apparizione dei segni del rapporto intimo tra fotografo e soggetto.
Mascolo conosce la storia di ogni pietra e il significato degli usi e costumi di Oltretorrente, e verso questo ambiente urbano vive amori e ossessioni, come quella del “Monumento a Corridoni” che, interpretato in diverse declinazioni, ritma la sequenza del racconto per immagini qui esposto.
L’amore per le cose si evince nelle fotografie quando sono scattate da punti di vista sorprendenti, perché segreti, privati, come quelle dai tetti e dalle finestre di abitazioni, o quando sono colti in momenti particolari non scontati: come il sacerdote che è solo sulla porta della grande chiesa de L’Annunziata, scatto, frutto della instancabile sua frequentazione degli spazi urbani, in tutte le stagioni.
L’anima di Oltretorrente diventa visibile nelle immagini dei monumenti sacri (chiese, liturgie) e laici (biblioteche, centri sociali, vecchie osterie), ognuno nel proprio specifico, che Antonio Mascolo ci mostra nella loro pienezza, isolati dalla quotidianità quanto basta per sottolineare la loro potenza di autorità morale di una comunità che perdura attraverso i secoli.