GIANNI PEZZANI
INCLASSIFICABILE - 15 OTTOBRE ORE 17:30
DIALOGA CON GIANNI IL GIORNALISTA RAI LUCA PONZI
La famiglia e l’infanzia contadina, gli aneddoti molto alcolici della Milano da bere, un po’ di Giappone, molti luoghi e sapori lontani, i ritratti fulminanti di amici e comparse. A volte amaro, più spesso ironico, e sempre politicamente scorretto, Gianni Pezzani, da buon fotografo, sceglie l’inquadratura migliore e fissa sulla pagina i ricordi di una vita. La passione per la chimica, la botanica, la moda fanno da sfondo a questa raccolta di scritti che si snoda come una lunga narrazione di viaggio, un percorso. Dall’infanzia nelle campagne del parmense alle esperienze da fotografo di moda a Tokyo e Milano, dove le presenze umane di volta in volta si fanno ritratti, camei, ombre sfuggenti. Una scrittura che interpreta le trasformazioni del mondo, che insegue i ricordi, che guarda a quel che è stato e a quel che resta, senza rimpianti. Uno di questi racconti è uscito sull’ultimo numero di Quattro.
Gianni Pezzani è nato il 18 giugno 1951 a Colorno, comune in Provincia di Parma. Ha frequentato l’Università degli Studi di Firenze dove nel 1979 si è laureato in Scienze Agrarie.
La buona conoscenza della chimica, acquisita durante gli studi universitari, gli consente di affrontare la ricerca sui viraggi fotografici a cui, sul finire degli anni ’70, inizia ad interessarsi. Questo percorso lo porta ad essere uno dei primi fotografi in Italia ad approfondire lo studio sul colore affrancandosi dal predominio del bianco e nero.
La ricerca sui viraggi gli permette, nel 1981, di essere selezionato dalle edizioni Time Life tra i sei più importanti fotografi emergenti dell’anno e di vedere la pubblicazione del suo portfolio nell’annuario Photography Year.
Dal 1981 inizia a lavorare per le edizioni Condé Nast, collaborazione che continua tutt’oggi. Allo studio in campo professionale sulla fotografia di moda, continua una ricerca che lo conduce nel 1982 a realizzare una serie di fotografie durante un viaggio negli Stati Uniti d’America in compagnia di Franco Fontana, che lo vedranno protagonista di una mostra alla Galleria Civica di Modena nel 1984. Stesso anno in cui partecipa ad una mostra itinerante sulla fotografia italiana presso le più importanti gallerie della Cina.
Il 1984 è un anno fondamentale soprattutto per la decisione di trasferirsi in Giappone dove collabora con Mamiya Camera ed inizia a disegnare capi d’abbigliamento, proponendo al mercato giapponese una propria etichetta che faceva dell’invenzione di ironici personaggi il proprio marchio di fabbrica.
Tra il 1984 e il 1993 si sposterà tra Tokyo, Bali e la Nuova Zelanda continuando ad utilizzare la macchina fotografica in ricerche che, pur importanti per tracciare una storia completa della fotografia degli anni ’80, rimarranno celate alla critica.
Nel 1993 torna in Italia e vive tra Milano e Torrechiara. I rapporti con le riviste di moda e design si intensificano come anche le mostre personali o collettive che lo vedono protagonista.
A partire dal 2008 inizia una nuova un’importante ricerca, “Milano Notte”: scatti in cui la città lombarda viene ripresa nella sua solitudine notturna, momento in cui le automobili parcheggiate diventano l’unico arredo urbano. Operazione che, a cavallo tra il gennaio del 2010 e il dicembre del 2011, condurrà anche nella città di Tokyo. Un progetto che, iniziato nel 2010, è tutt’ora in fase di sviluppo è “Mouche à lire”: pagine di libri accuratamente selezionate su cui lascia posare una mosca, immortalando il dittero sulla pagina scritta, a testimoniare una lunga dedizione e passione alla lettura.
Una delle ultime ricerche è “Magnetica”: un progetto che consiste nell’appoggiare su un magnete, che ruota a velocità costante, prismi di carta colorata o piccoli oggetti in vetro e plastica, che, grazie ai lunghi tempi di esposizione del mezzo fotografico, restituiscono l’illusione di forme tridimensionali.