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“IL DISASTRO UMANITARIO PIÙ COMPLESSO DEL MONDO: LA CRISI DEL LAGO CIAD”
DAL 14 OTTOBRE 2022 AL 5 FEBBRAIO 2023
Una grave crisi umanitaria è in corso nel bacino del lago Ciad: oltre due milioni di rifugiati, cinque milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare e cinquecentomila bambini affetti da malnutrizione acuta. Due fattori hanno causato quello che il New Yorker ha definito “il disastro umanitario più complesso del mondo”: la desertificazione del lago, che negli ultimi cinquant’anni ha perso il 90% della sua superficie, e il terrorismo di Boko Haram, che ha trasformato il bacino del lago nell’ultima frontiera della jihad in Africa. Il progetto illustra questa crisi, mostrando quale realtà vive la popolazione sulle isole e lungo le sponde del lago, dove le sabbie del deserto hanno sostituito le acque. Descrive l’ospedale di Bol, l’unico nella regione, dove i tre medici che vi lavorano cercano, nonostante la mancanza di fondi e risorse, di tenere sotto controllo la crisi umanitaria. Affronta come si vive nei campi profughi, dove migliaia di persone si aggrappano alla vita, senza possedere null’altro; racconta approfonditamente la storia del gruppo terroristico Boko Haram, attraverso un incontro con ex membri, e in particolare con Halima Adama, una kamikaze sopravvissuta a un attacco suicida da lei stessa compiuto. Questa giovane donna, che ora ha vent’anni, è stata costretta a compiere questa missione suicida a soli diciotto anni. Non è morta nell’esplosione, ma ha perso entrambe le gambe e ora è tornata a vivere con la sua famiglia nel villaggio di Gomirom Domouli. Questa drammatica testimonianza è di vitale importanza per comprendere l’orrore dell’estremismo islamico dal punto di vista di qualcuno che ha fatto parte di quel mondo e stava per intraprendere l’azione più estrema e violenta possibile in nome della causa jihadista.
Nato a Parma nel 1976, Marco Gualazzini ha iniziato la sua carriera di fotografo nel 2004, con il quotidiano locale della sua città, La Gazzetta di Parma. I suoi lavori includono reportage fotografici sulla microfinanza in India, sulla libertà di espressione in Myanmar, sulla discriminazione delle minoranze in Pakistan.
Negli ultimi anni ha seguito ampiamente l'Africa.
Ha ideato e partecipato alla realizzazione di un documentario per la RAI sul sistema delle caste in India, selezionato all'IDFA-The International Documentary Film Festival Amsterdam e premiato con il Best Camera Work Award al Festival internazionale del film documentario di Al-Jazeera.
Gualazzini ha pubblicato su testate nazionali e internazionali e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Getty Images Grant for Editorial Photography, il PDN e il World Press Photo.