178 Parma - federica LAB DI CULT TOTEM & TABU'
Totem e tabù contemporanei
La simbologia dei totem e dei tabù contemporanei attraverso una analisi antropologica di alcuni esempi socio-culturali.
Nel vasto panorama delle culture umane i totem rappresentano un aspetto intrinseco della nostra identità collettiva ed individuale. Questi simboli totemici, che possono assumere forme diverse compresi animali, piante, oggetti o concetti astratti, sono investiti di significati profondi che vanno oltre il loro aspetto/significato usuale. Tuttavia, in alcuni contesti, i totem, che nel contesto degli uomini primitivi era segno di fratellanza, di clan, di famiglia, possono diventare fonte di tensione sociale scontrandosi con tabù culturali, dinamiche psichiche, questioni culturali o identitarie.
Nei nostri lavori fotografici porteremo alcuni esempi, tra i molti possibili:
La casa in molte culture è un totem tangibile che riflette l'identità e la storia di una famiglia o di una comunità. È un luogo sacro, un rifugio in cui ci si sente al sicuro e protetti. D'altra parte la percezione della casa può variare ampiamente a seconda delle culture e delle circostanze socioeconomiche e culturali. In alcuni contesti la casa può diventare un simbolo di status sociale oppure di segregazione generando tensioni sia nei componenti del nucleo che quella casa abita ma anche nella società circostante.
I capelli sono totem che rivestono un profondo significato religioso, politico, sociale. In particolare, sono spesso considerati segno di bellezza, forza o spiritualità. Molte norme sociali, culturali o religiose possono influenzare profondamente la percezione che si ha dei capelli o della pelle portando a discriminazioni, a pregiudizi e stigmi basati sull'aspetto fisico.
Alcune caratteristiche comuni della pelle sono oggi considerate “inestetismi”, e in quanto tali vanno normate, codificate, evitate, combattute in nome di una bellezza totemica da copertina.
Anche le parole, come veicolo di comunicazione e significato, sono totem. Possono plasmare le nostre interazioni sociali e le nostre percezioni del mondo. Il modo in cui usiamo le parole, scritte o dette, può riflettere e perpetuare le disuguaglianze e le tensioni sociali oppure promuovere l'inclusione e il rispetto reciproco. Le parole, e quindi le lingue madri, sono in continua evoluzione. Molte parole tabù per i nostri avi sono ora sdoganate anche se la reminiscenza del vecchio tabù può essere ancora fonte di disagio per molte persone. È importante essere consapevoli del potere delle parole e del loro impatto dentro e fuori i gruppi totemici e nelle dinamiche sociali.
Vi sono poi le superstizioni negative, credenze popolari che si perdono nella notte dei tempi, messe in atto a protezione del totem.
Divengono tabù quando il loro verificarsi porta i componenti del clan a sentire la paura atavica di aver trasgredito norme istituite per la protezione del gruppo sociale di appartenenza.
Ulteriore esempio di totem e di tabù tra quelli che abbiamo documentato con le nostre fotografie sono le tifoserie sportive ma soprattutto quelle calcistiche. Il calcio è un contesto culturale ove i totem possono generare unione e fratellanza tra le persone appartenenti ad un dato vessillo che rappresenta la squadra del cuore, oppure dare origine a tensioni e conflitti se gli stereotipi o i pregiudizi verso il gruppo avversario sono nutriti e stigmatizzati.
In conclusione: i totem sono simboli potenti che riflettono le nostre identità collettive e soggettive.
Attraverso la fotografia, che è molto più di una rappresentazione di queste realtà e che rappresenta uno strumento molto potente per esplorare, e sfidare, i totem e i tabù della società attuale si possono svolgere sguardi profondi e penetranti sulle complessità delle esperienze umane. Essa è sia totem che tabù perché attraverso le immagini possiamo rompere i tabù delle barriere sociali e culturali connettendo le persone attraverso la condivisione di storie, emozioni e prospettive uniche come unico è lo sguardo del fotografo. La nostra collettiva mira a rompere il tabù della fotografia come totem mostrando che ciò che si vede non è il reale ma il verosimile mutevole secondo lo sguardo di chi si appresta a guardare con la propria visione infrangendone i tabù.