OMAR LORENZONI"DELL'IMMAGINARIO, DEL REALE"

Avvicinatosi alla fotografia nel 1973, il territorio d’indagine di Lorenzoni è quello della percezione visiva, l’esplorazione dell’immaginario attraverso gli oggetti spesso più comuni del quotidiano, e la riflessione sul vero e sul falso in fotografia, grazie anche ad un’originale rilettura delle avanguardie storiche, in particolare dadaismo e surrealismo. Attraverso la pratica del fotomontaggio e a manipolazioni eseguite in fase di ripresa, il fotografo crea immagini in bilico tra il reale e l’irreale, che rendono concreto e visibile ciò che può essere solo im-maginato.
A livello editoriale è coautore del libro fotografico Come un paese (1982) e autore della monografia Labirinti (1996). Dal 2008 collabora con il Dipartimento delle Attività Culturali della FIAF.
Lorenzoni espone in Italia dal 1991 e sue opere sono presenti nelle collezioni della Galleria Il Diaframma di Milano, della Galleria Civica di Modena, della Bibliothèque Nazionale de France (Parigi), dello CSAC di Parma e del Musée de l’Elysée di Losanna

Omar Lorenzoni viene da lontano! Creativi si nasce, basta leggere le ragioni profonde che animano il suo esercitare la fotografia creativa di poetica surrealista. Egli abita in un paese modenese vicino al mio e per questo ho visto per la prima volta le sue immagini nel 1995 o 96 in una piccola mostra a Modena. Anche una sala espositiva modesta con le sue fotografie appare di alto livello, questo per la genialità e la forza del messaggio che in esse è magistralmente rappresentano. Allora mi rapì quella foglia autunnale che attraversa il vetro retinato e quel fllo rosso che lega la sua acuta riflessione sulla rappresentazione pittorica e fotografica della realtà, in particolare in quell’immagine delle semplici forchette. Tutte le sue opere sono magicamente realizzate in ripresa con fotocamera analogica di medio formato, ho avuto l’opportunità di esporre su FOTOIT dettagliatamente il suo linguaggio. Egli viene da lontano! Agli inizi, negli anni 70' e 80', ha trovato l’incoraggiamento di Nino Migliori. Abbiamo visto in questi mesi tanti fotografi surrealisti che ci hanno entusiasmato. Omar Lorenzoni è tra di noi, con la sua modestia e il suo misterioso talento, per condividere la sua fotografia e respirare quell’atmosfera.

Omar Lorenzoni “Il pensiero inaspettato”

A volte il titolo nasce anni dopo che si è lungamente esercitata la fotografia e sintetizza il senso di un’esperienza sorprendente, ciò vale perfettamente per “Il pensiero inaspettato” formulato del modenese Omar Lorenzoni dopo un ventennio di fotografia creativa.

Le fotografie di Omar Lorenzoni rappresentano cose ordinarie secondo una visione creativa che le trasfigura a immagine dell’idea che le ha generate.
Sono icone dove finzione e realtà appaiono intimamente intrecciate con disarmante perfezione. Esse nascono in analogico da più scatti fotografici selettivi sullo stesso fotogramma che plasmano la visione delle cose con una libertà creatrice che ci appare sconfinata.

Omar Lorenzoni vive un “Silenzio creativo” a livello mentale che lo porta a pre-visualizzare l’idea. Il processo creativo si avvia dal provare, da parte dell’autore, “Il pensiero inaspettato” che forma in lui la necessità interiore di raffigurarlo. Ogni immagine nasce quindi prima nella sua mente e poi con lavoro artigiano questa viene impressa sulla materia sensibile.

Le sue immagini emergono dal suo inconscio e spesso sono sinestetiche, perché vanno oltre il concetto che rappresentano, trasmettendo una sensazione percettiva ai nostri sensi.
Possono invece essere il frutto di appassionanti riflessioni filosofiche attorno al linguaggio visivo ed ecco che genera veri e propri labirinti concettuali che ci portano a riflettere profondamente sul rapporto tra fotografia e pittura o tra realtà e finzione.

Le cose diventano gli elementi visuali portatori di senso che consentono al fotografo di comporre il dispositivo visivo atto a comunicare quel pensiero.
In tal modo fotografare è come scrivere con immagini!
La fotografia diventa linguaggio iconico, dove il referente non è visibile, essendo il pensiero. Una volta divenuto immagine “Il pensiero inaspettato” magicamente assume l’aspetto di cose che sorprendentemente ce lo rivelano.

Silvano Bicocchi
Direttore del Dipartimento Cultura FIAF


Silvano Bicocchi